L’architettura pretende oggi elementi sempre più particolari. Quando si parla di porte le variazioni sono innumerevoli: un cliente può desiderare un ingresso più ampio con un elemento laterale fisso o vuole giocare con la luce e le superfici vetrate ... tutto fattibile. Se non ci sono esigenze particolari, il falegname può utilizzare praticamente qualsiasi sistema di porte, tuttavia se è richiesta una certificazione bisogna fare ricorso a sistemi collaudati. E se si ricorre a sistemi antieffrazione RC2 e RC3 le possibilità sono molto ridotte poiché «la maggior parte dei sistemi testati non ha elementi laterali approvati» afferma Andreas Wegmann, responsabile del reparto sviluppo scassi presso Riwag Türen AG. Solo un sistema collaudato, con pareti laterali omologate, può soddisfare i requisiti RC2 o RC3.
Conoscere i limiti del sistema
Le opzioni possono essere due: il falegname sceglie un sistema completamente collaudato o certifica il prodotto che significa conoscere molto bene il funzionamento. «Secondo le norme EN, un elemento può essere ampliato del 10 % al massimo e rimpicciolito del 20 % rispetto alle dimensioni del pezzo certificato. Superati questi limiti occorre un nuovo certificato» afferma Gerhard Rasch, vicedirettore del reparto Tecnologia e Economia aziendale del VSSM. Porte e elementi laterali devono essere costruiti nello stesso modo delle disposizioni certificate, ciò significa che anche il numero di elementi laterali, la loro ripartizione, lo spessore del materiale e la geometria della cerniera, nonché la scelta del materiale devono corrispondere al sistema certificato. Solo la conoscenza dettagliata dei sistemi permette al falegname di soddisfare al meglio le richieste del cliente.
Dove prestare attenzione
In molte gare d’appalto, il sistema antieffrazione non è descritto secondo la classificazione WK o RC. Il consiglio è di chiarire le esigenze con il cliente prima di accettare l’ordine. Un sistema di tipo RC2, ad esempio, dà al falegname molta più possibilità nella scelta del sistema. Se è invece l’artigiano stesso a produrre porta ed elementi laterali, un incollaggio uniforme è essenziale poiché la protezione antifurto non perdona nessuna imprecisione.
Il montaggio non è testato
L’ingegnere specializzato valuta il montaggio secondo le istruzioni fornite, anche gli elementi laterali sono assemblati secondo queste istruzioni. Se la spaziatura e le dimensioni delle viti sono rispettate, la prova è soddisfatta. Va inoltre detto che il montaggio di RC2 e RC3 può essere diverso per cui ogni porta deve essere illustrata in modo dettagliato. Spesso gli esperti si imbattono in errori di esecuzione che sono purtroppo riconducibili ad equivoci come nel caso della descrizione del lato di attacco. «Se una porta viene installata nel verso sbagliato o il lato di attacco è al contrario, la protezione antieffrazione non è garantita» sottolinea Rasch.
La scelta dei materiali
Nella protezione antieffrazione anche la scelta del legno ha la sua importanza come spiega Andreas Wegmann: «Più le fibre sono corte, migliore è la protezione antiscasso» poiché resistono di più alle scheggiature e ciò richiede più tempo ai malintenzionati. Inoltre, se un elemento laterale è vetrato, è necessario prestare attenzione al tipo di vetro.
Per gli elementi RC2 è necessario installare un vetro P4A, per elementi RC3 un vetro P5A. Per i sistemi RC3 il vetro oltre che incollato deve pure fissato con angoli di metallo. «Il compito principale di una porta d’ingresso», ricorda Gerhard Rasch, «è di funzionare in modo impeccabile per 25 a 30 anni», oltre evidentemente a proteggere la casa dai ladri.
www.vssm.ch